Proveniente da una terra, il Burkina Faso, economicamente povera ma provvista di un immenso patrimonio culturale mantenuto ben vivo da oltre sessanta etnie differenti, AMADOU KIENOU si ripresenta all’appuntamento discografico con un nuovo lavoro, Taabali, a distanza di due anni dal precedente Sya (fy 8083). Ad accompagnarlo c’è per l’occasione L’ENSEMBLE FOTEBAN, formato da Abou Dramane Konate (djembe), Oumarou Kienou (doundoun), Dara Sanou (voce, thianhoun, balafon), Iussoufou Kienou (chitarra, tama, voce), Salimata Jienou (voce, djitafie, djabara) e Korotinimi Ina Kienou (voce, djabara).
Appartenente alla cultura Mande e griot di nascita, AMADOU KIENOU, cantante e soprattutto suonatore di djembe (un tamburo ottenuto da un tronco d’albero scavato), vanta ampie esperienze musicali, accumulate sia nelle occasioni rituali della sua comunità burkinabé sia accompagnando numeri uno della musica africana come Manu Dibango, Youssou N’Dour e Baba Maal.
In Taabali AMADOU KIENOU ha modo di instaurare con i componenti dell’ENSEMBLE FOTEBAN un proficuo dialogo strumentale, che gli permette di ampliare al massimo le possibilità offerte dalla poliritmia e di generare una tavolozza di suoni di genuina bellezza. I brani, tutti firmati dallo stesso KIENOU, mostrano un’apprezzabile varietà di forme e di contenuti: c’è la critica alla rapacità dell’uomo ma anche la dolcezza di una melodia che deve consolare una ragazza divisa dal suo amato dalla guerra; l’omaggio a chi lavora duramente per la famiglia e il proprio paese non è disgiunto da quello per la città di Ouagadougou, descritta come festosa e felice, pacifica e rispettosa dei valori morali; al ricordo per il mai dimenticato padre Baba Kienou, che ha saputo trasmettere la passione per la musica ai figli, si accompagna quello per Diawara, cacciatore e guerriero forte e scaltro; i tanti ritmi del Burkina Faso si amalgamano di continuo tra loro secondo un mirabile senso di modernità ma c’è anche posto per tornare al tempo che fu ed eseguire una danza tradizionale femminile. In ogni caso la musica di KIENOU è priva di intermediazioni e sgorga sempre con estrema naturalezza dal più profondo del suo cuore.
Un paio d’anni fa Felmay pubblicò Sya, ricognizione nel corpus creativo impregnato di tradizione di Amadou Kienou, nome che in passato è spesso emerso nei lavori di Youssou ‘N Dour, Baaba Maal e Manu Dibango. Il ritorno avviene con quest’opera scintillante e compatta, riassunto del gran mazzo di culture musicali che s’incrociano nel Burkina Faso, una delle cellule germinatrici delle note che si ascoltano oggi. Amadou Kienou, vero ambasciatore della cultura burkinate mande, insignito del titolo di “Maestro Tamburo” per la sua conoscenza dei segreti del djembé, ha qui riunito un gruppo di flessuosa potenza, naturalmente incentrato sulla ricchezza poliritmica della sezione percussiva e sulle svettanti voci collettive (ne è buon esempio lo scoppiettante finale della traccia iniziale). C’è anche un riuscito omaggio a Baba Kienou, il padre che lo mise sulla strada della musica e della memoria, e uno a Diawara, l’epico cacciatore e combattente della cultura mandinga.
GUIDO FESTINESE
(da World Music Magazine 79)