Una carovana partita dall’Azerbaijan prosegue nella parte orientale della penisola anatolica fino a toccare il Mare Egeo spingendosi a lambire le coste della Tunisia e dell’Italia del sud. Danze greche che profumano di Turchia, accelerati e ossessivi ritmi Rom e suoni Klezmer dal sapore balcanico. Taksim e musica tradizionale Curda in cui risuonano echi di Caucaso e Iran.
Nato dall’incontro causale ed estemporaneo dei chitarristi milanesi FABIO MARCONI e MANUEL BUDA ai quali si è presto aggiunto il musicista di origine Kurda, da anni residente in Italia ASHTI ABDO, il trio ABDO-BUDA-MARCONI è andato ben oltre il primo casuale incontro e dopo due anni di duro lavoro e diversi concerti insieme presenta il suo primo disco: Karsilama. Si tratta di un lavoro di cui i tre componenti vanno molto fieri perché in questa occasione hanno potuto realizzare con soddisfazione che la loro collaborazione, nata quasi per caso, ha creato un’alchimia umana e sonora che ha permesso ad ognuno di loro di tirare fuori il meglio di sé sia umanamente che musicalmente. E in questi anni il pubblico li ha seguiti condividendo emozioni e grande affetto. Il viaggio sonoro parte dall’ Azerbaijan, per proseguire nella parte orientale della penisola anatolica (Turchia) fino a bagnarsi nelle acque dell’Egeo e spingersi verso l’ovest toccando fra gli altri la Tunisia e l’Italia del sud, in un movimento spontaneo e naturale a significare l’omogeneità culturale di un mare, il Mediterraneo, che più che dividere ha unito.
ASHTI ABDO Cantante, musicista e compositore curdo, è nato ad Aleppo e cresciuto ad Afrin. Si appassiona alla musica molto presto e trascorre l’infanzia tra le colline del suo villaggio, ascoltando le storie e le canzoni degli anziani. Impara a cantare ninne nanne e a suonare il tipico strumento curdo, il tembûr (saz). Trasferitosi in Italia dopo l’adolescenza, continua a suonare il tembûr da autodidatta, iniziando a esibirsi come artista solista. Nel 2012 si unisce ai Domo Emigrantes, portando nella band suoni e trame tipiche del Medio Oriente. L’incontro con il gruppo lo porterà a sua volta a conoscere e fare suoi strumenti e ritmi tipici del Sud Italia. Dal 2014 suona il saz, il mandolino e le percussioni nell’ensemble Piccola Banda Rebelde canta De André. Nel 2015 collabora anche con Angelo Petraglia e Francesco Forzani, (musicisti di Lodi,) creando Beja: la musica, il racconto, la guerra, un progetto di improvvisazione musicale basato su una traduzione personale dell’esperienza bellica. Nel 2018 vince il premio DoReMiFaSud, concorso che promuove l’integrazione e il dialogo fra culture musicale differenti.
MANUEL BUDA Si diploma col massimo dei voti in chitarra classica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e negli stessi anni si laurea in Fisica Teorica, per poi seguire il suo impulso di ricerca che lo vede fondere la formazione classica con esperienze che vanno dal klezmer al flamenco, al rock, al repertorio arabo. Nato in una famiglia metà ebraica e metà cristiana, con origini fra sud e centro Italia, da diversi anni si dedica particolarmente all’esplorazione delle sue radici ebraiche attraverso la musica, e alle reciproche influenze con altri repertori attorno al Mediterraneo. Questo percorso lo vede cofondatore del NefEsh Trio, con cui dal 2006 porta in scena in Europa e Israele composizioni frutto di queste ricerche. Nel 2008, poco più che venticinquenne, è fra i trenta musicisti invitati da Kuki Gallman a rappresentare le musiche dei cinque continenti all’Earth Festival di Laikipia (Kenya). Tiene regolarmente concerti e collabora con artisti quali Raiz, Giovanni Nuti, Monica Guerritore, Malika Ayane, ma anche registi come Ruggero Gabbai, per il quale trascrive e incide una versione di Adio Querida - celebre canzone popolare sefardita.
FABIO MARCONI Dopo studi jazzistici presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano inizia un percorso di ricerca nell’ambito della world music. La musica dei Balcani in primo luogo, con Nema Problema Orchestra (2004) con la quale ha potuto esibirsi in vari Festival e club di tutta Europa. In particolare si è dedicato alla costruzione di un linguaggio personale ricco di elementi incontrati volgendo lo sguardo a mondi sonori extra-europei, specialmente il Medio Oriente. Nella collaborazione con Camilla Barbarito (2010) trova il pretesto per un approfondimento nelle più disparate direzioni, dal tango al fado, al flamenco, allo swing e alla bossanova, seguendo la cantante nella sua continua ricerca. È membro di Connections Trio, gruppo di stampo fortemente jazzistico nel quale collabora con il pianista turco Yigit Ozatalay, docente di piano composizione e arrangiamento presso l’Università della Musica di Istanbul. Nel 2015 inizia la collaborazione col celebre suonatore di tar Fakhraddin Gafarov, nel quartetto a suo nome, col quale incide l’album Uzunderè (Milano/Baku2017) interamente composto da musiche di origine Caucasica.