TIZIANO TONONI
THE WINTER COUNTS (WE
'LL STILL BE HERE!)
FY 7067
Jazz
885016706722
Felmay Records
Italia
TIZIANO TONONI è sempre stato un batterista pensante, e nei molti anni da cui calca le scene, nazionali ed internazionali, ha sempre dato dimostrazione di avere una propensione decisamente progettuale alla musica. Nel Caso di “Winter Counts (We’ll Still Be Here!), doppio CD realizzato per Felmay Records, questa caratteristica del musicista milanese viene non solo riconfermata, ma se possibile accentuata, collocandosi nella scia di sue opere precedenti con cui ha riscosso un notevolissimo consenso di critica e di pubblico, spesso a livello internazionale, come wake Nu – A Tribute To Don Cherry – del 1996, (Top Jazz di Musica Jazz e Musica &Dischi), di We Did It, We Did It! del 2000 dedicato alla straordinaria figura di Rahsaan Roland Kirk, (Top Jazz di Musica Jazz e di Musica&Dischi), del doppio CD The Nexus Orchestra 2001 featuring Roswell Rudd e della trilogia Peace Warriors degli anni 2004, 2006 e 2017 dedicata alla musica di Ornette Coleman.
Winter Counts si presenta come un vero e proprio concept album dedicato alle vicende della storia relativamente più recente e politica degli Indiani Americani, dall’oblio cui furono condannati durante una consistente parte del ‘900, fino alla rinascita di una nuova e diversa coscienza di sé e della propria identità Nativa, da preservare e valorizzare, che porta messaggi oggi attualissimi a cominciare dall’idea di essere stati, e di essere tuttora, i custodi della Madre Terra, Unci Maka per i Lakota, e non certo i di lei proprietari, né tantomeno i voraci sfruttatori, così come da subito si rivelarono essere i colonizzatori bianchi. TONONI non rinuncia anche in questo caso alla propria identità di musicista, capace di parlare, nonché di coniugare tra loro, linguaggi diversi ma comunque apparentati, e resi compatibili dal filtro di una propria sensibilità ereditata negli anni dai grandi esempi cui il batterista si è sempre ispirato, da Kirk all’Art Ensemble of Chicago, da Jimi Hendrix e Zappa a Don Cherry e Sun Ra, nella loro visione terzomondista della musica. Qui il blues incontra la musica estatica, e l’improvvisazione libera si coniuga con il groove, per una visione metrica della musica decisamente ad ampio respiro, innervata dalle geometrie del linguaggio del jazz più avanzato, così come da un afflato melodico che contribuisce a rendere emozionali alcuni degli episodi di questa saga, per molti versi cinematica. E’ stato un lungo lavoro di gestazione, di riflessione profonda e di confronto con i lavori precedenti, con i quali, anche idealmente, si possono individuare elementi di continuità, riconoscibili sia a livello della “narrazione” in musica, che per il messaggio che questa musica porta con sé. Per fare questo TONONI è ricorso al contributo assolutamente essenziale di uno straordinario gruppo di lavoro, che con lui ha condiviso visione e sentimenti/messaggi che questa musica vuole veicolare, dando così un apporto determinante al quadro finale...la voce di Marta Raviglia, il violino di Emanuele Parrini, le ance di Piero Bittolo Bon, Giulio Visibelli e Beppe Scardino, la tromba di Gabriele Cancelli, le tastiere di Luca Gusella e di PeeWee Durante, e le corde di Domenico Caliri, Bobby Lee Rodgers, Roberto Frassini-Moneta e Joe Fonda. A questi che sono stati gli interpreti sul campo della traduzione del pensiero di TIZIANO TONONI in musica, il batterista ha voluto aggiungere alcuni brevi ma estremamente significativi contributi letterari, di tre importanti scrittori americani come James Grady (I sei giorni del Condor), William Ferris (Blues from the Delta) e David Fulmer, autore di un grande documentario su Blind Willie McTell, nonché di un corposo contributo di Seba Pezzani, musicista, giornalista e traduttore di alcuni tra i più importanti autori statunitensi contemporanei. Tutto questo, e tutti questi straordinari musicisti, hanno reso possibile la messa in musica del sogno di TIZIANO TONONI, un sogno che ha avuto una gestazione decennale, e che ciascuno ha contribuito a plasmare, con il proprio bagaglio di conoscenze e sensibilità, come nelle migliori creazioni collettive, in questo caso originate da una serie di visioni ...le visioni, una parte consistente e determinante, ancora oggi, della vita, delle comunità Native Americane, attraverso cui viene sublimato il rapporto con la straordinarietà del mondo che ci circonda, e che ci sta chiamando prepotentemente ad un’attenzione assolutamente non più rimandabile. La loro parola d’ordine è Mitakuye Oyasin (tutto è connesso) è certamente un richiamo potente a prenderci cura del mondo.
TIZIANO TONONI dal Felmay Shop