MARTINI Jacopo
I Nuvoli - Jazz Manouche
Fy 8095
World Music
Dunya Records
Italia
L’innamoramento di JACOPO MARTINI per la musica manouche inizia con il viaggio che anni addietro il chitarrista fiorentino compie in Francia, viaggio che gli spalanca le porte sull’universo dei chitarristi zingari, con i quali ha modo di praticare e di istruirsi al meglio per quanto concerne il fraseggio gitano. Suonare e scambiare esperienze con Matcho Winterstein o Angelo Debarre ne ha da quel momento profondamente trasformato lo stile, senza ovviamente dimenticare di citare il magistero del mitico Django Reinhardt, che rimarrà per sempre e per tutti un punto di riferimento ineludibile.
E l’ultima prova discografica di MARTINI muove proprio da qui, dall’incontro tra le “lezioni” di un grande del passato, con le quali è necessario comunque sempre sapersi misurarsi, e l’esigenza di raffigurare il presente (e possibilmente anche il futuro) in un modo originale, per uscire dai consueti canoni della pedissequa imitazione senza finire nel calderone delle rimescolanze dei generi.
JACOPO MARTINI sceglie di evocare più che di ricreare le sonorità del geniale Django Reinhardt, e non è un caso che le composizioni siano in gran parte dello stesso MARTINI, se si eccettua la ripresa di Sweet Georgia Brown, il riarrangiamento di un brano di Becaud e il paio di citazioni da Reinhardt (tra cui la celebre Nuages). Avvalendosi di un gruppo di fidati ed esperti musicisti, impiegati a macchia di leopardo lungo tutto il lavoro, MARTINI mette in piedi un’opera matura e solida, che non disdegna di allargare gli orizzonti della musica manouche con misurati passaggi jazz e impercettibili effluvi mediterranei. Sono stavolta della partita Antonello Salis alla fisarmonica, Nico Gori al clarinetto, Emanuele Parrini al violino, Francesco Federici anch’egli alla chitarra, Nicola Vernuccio al contrabbasso e Ian Dapreda al vibrafono, duttili e mai fuori misura, allo stesso tempo tecnicamente impeccabili e pieni di espressività come solo gli appassionati esecutori sanno essere.
Il sound che JACOPO MARTINI crea con il loro fondamentale contributo possiede lungo tutta la durata del disco una doppia anima, in cui l’apparente fragilità e la leggerezza della struttura celano in verità uno spessore e una consistenza artistica di rara intensità. L’impronta “tradizionalista” del quadro d’insieme va in effetti osservato con attenzione. Occorre scendere nel particolare, valutare i dettagli, fissarsi sulle sfumature: soltanto così si potranno cogliere le tante ricercatezze e i pregevoli sperimentalismi che concorrono a rendere il disco particolarmente apprezzabile.
MARTINI Jacopo dal Felmay Shop