BALKAN PLAYBOYS, chi saranno costoro? Niente di più facile da indovinare. Si tratta infatti dell'ennesima e nuova incarnazione artistica del folletto Nikola Parov, un formidabile polistrumentista che tra le molteplici formazioni che ha fondato e diretto nel corso della sua lunghissima carriera annovera gli Zsaratnok, uno dei più apprezzati gruppi ungheresi (si ascoltino i cd Dunya The Balkan Legend e The Balkan Move), e che anche gli appassionati di musica irlandese ricordano per le sue collaborazioni con Davy Spillane, Martin O'Connor, Andy Irvine e ancor più per il fondamentale apporto offerto al progetto world proposto alla metà degli anni novanta dalla Riverdance Band guidata da Billy Wheelan.
Parov ha sempre avuto un'idea ben precisa della musica folk. Preservare la tradizione è importante, però non si tratta semplicemente di scoprire e collezionare brani del passato, occorre soprattutto lavorarci su per poterli immettere nella mutante e mutevole scena musicale del nostro tempo e consegnarli a una nuova posterità.
Il quintetto acustico dei BALKAN PLAYBOYS si muove agilmente su tutto il territorio balcanico, sconfinando di continuo tra Ungheria, Romania e Bulgaria, terre ricche di suggestioni musicali millenarie di grande valore artistico, a tutt'oggi praticate e sentite estremamente vive dalle differenti comunità che le popolano.Musiche del quotidiano e per tutti quei riti sociali di passaggio (dal matrimonio alla partenza per il servizio militare, ai funerali) che marcano ancora con forza (al contrario di quanto avviene dalle nostre parti) la vita delle genti dell'Est Europa.
Le riletture operate dai BALKAN PLAYBOYS risultano essere particolarmente fresche e intriganti, e la bravura degli esecutori e la bellezza dei temi si intrecciano sino a creare un'opera di altissimo livello.
Il gruppo impiega una strumentazione assai variegata, dove i fiati e i cordofoni la fanno da padrone. Tra gli "arnesi da lavoro" usati da Parov spiccano il gadulka (strumento di difficile apprendimento, imparentato con la ribeca medievale, a tre corde suonate con l'archetto, alle quali se ne aggiungono altre nove simpatetiche che offrono stupende risonanze) e il kaval (sorta di flauto di Pan dal tono dolce e chiaro costituito da tre cannule di legno accostate, originariamente suonato dai pastori), mentre meritano almeno un cenno, tra quelli impiegati dai suoi compagni, la tambura (appartenente alla famiglia dei liuti, con due file di corde una delle quali funge da bordone mentre l'altra si incarica della melodia) e il tapan (un tamburo di grosse dimensioni).
L'ascolto attento di Balkaninis, oltre a rimarcare la virtuosità degli esecutori, non mancherà di evidenziare incroci e sovrapposizioni di stili e di culture di grande cura e raffinatezza.
BALKAN PLAYBOYS feat. Nikola Parov dal Felmay Shop