Originario del villaggio di Kunnakudi, nel Tamil Nadu, ove è nato nel 1935, KUNNAKUDI ha avuto la fortuna di appartenere a una famiglia nella quale il padre era un riconosciuto esperto di mitologia hindu, di filosofia e di musica, che sapeva mescolare in modo superbo in quel genere da cantastorie denominato Harikhata. Crescere avvolto in una cultura di tal fatta gli ha consentito di sviluppare in modo piano e naturale le sue attitudini artistiche e seppure inizi lo studio del violino alla “tarda età” di undici anni è in grado nel volgere di un solo anno di esibirsi con cantanti affermati.Alternandosi negli anni immediatamente successivi tra la pratica strumentale e la composizione di canti devozionali, KUNNAKUDI giunge infine a prodursi in migliaia di concerti solisti e in duo con il percussionista Valayapatti Subramanian. Negli anni settanta e sino al principio degli anni ottanta un’altra importante attività musicale muove l’interesse di KUNNAKUDI: la scrittura di colonne sonore per i film prodotti nel Tamil. Questa incessante attività lo ha condotto a forgiarsi un’esperienza di grande significato e spessore e nello stesso tempo a considerare la possibilità di aprirsi a un pubblico, anche e soprattutto nel suo paese, non strettamente legato agli intenditori di musica classica indiana.
Vaulting with the strings è in tal senso un documento importante per chiarificare l’idea musicale di KUNNAKUDI il quale ha saputo, pur senza abbandonare il rigore esecutivo e creativo necessario a fare di lui un artista di classe superiore, rendere semplici e accattivanti suoni e composizioni tradizionali, agendo sulle melodie e sugli aspetti ritmici in modo tale da poter catturare l’attenzione anche di coloro i quali hanno un approccio non sistematico con la musica classica indiana. Il grimaldello con cui opera tali trasformazioni è, oltre alla sua conoscenza e sensibilità musicali, una tecnica stupefacente attraverso la quale sa produrre un effetto incantatorio sull’ascoltatore. Assoluto padrone del suo strumento, KUNNAKUDI più che uno spericolato acrobata senza rete può essere paragonato a un trasformista capace di cambiare aspetto in pochi secondi senza però far dimenticare che è la musica a essere al centro dell’attenzione.
Sin dal primo brano di Vaulting with the strings, Ninnu Kori, seppur si tratti di una semplice composizione generalmente usata per “scaldare le mani” agli esecutori e preparare il pubblico a quello che sta per arrivare, è evidente che siamo in presenza di un artista non comune. KUNNAKUDI gioca con abilità unica con le melodie, prorompe in squarci di improvvisazione originalissimi, pone il suo sigillo su figurazioni ritmiche inconsuete, sino a raggiungere culmini di profonda e rara bellezza che procurano all’orecchio la sensazione di vagare in un infinito pieno di mille timbri e sfumature differenti.