SEPE Daniele
Anime Candide (Export edition)
Fy 8066
World Music
Dunya Records
Italia
Non sono in tanti in Italia a saper mescolare così bene le carte dei generi e a riuscire a costruire brani originali utilizzando materiale autenticamente tradizionale. In Anime candide tocca a un testo dell'Abruzzo, a una canzone Arberesh, a una serenata del tempo che fu, e a uno dei "dieci comandamenti" di Raffaele Viviani costituire lo schema portante. Ci sono inoltre numerosi riferimenti colti (Neruda, Afonso), gli immancabili sguardi ironici e le suggestioni rock-free-funk brevettati nel corso della sua carriera, fusi tutti insieme in una corroborante mistura.
E nel susseguirsi dei vari quadri, accostati secondo un mirabile senso logico interno all'opera, non si potrà evitare di passare dal riso al pianto, dall'arrabbiatura all'emozione, dall'odio all'amore (e viceversa), esattamente come succede nella vita quotidiana. Perché Anime candide è musica per tutti i giorni, non soltanto per quelli di festa.
Il percorso artistico del napoletano DANIELE SEPE ha inizio nella seconda metà degli anni '70 con il gruppo operaio di Pomigliano D'Arco E Zezi insieme al quale incide e suona per alcuni anni. Nel frattempo studia il flauto sino a conseguire il diploma al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Ma il suo vero amore è il sassofono, strumento che mette al servizio di numerosi gruppi della new wave partenopea dell'epoca (Little Italy, Bisca e Degrado). La passione e le capacità tecniche sono tante, i guadagni pochi e quindi Sepe è costretto a dedicarsi alla musica barocca e alle collaborazioni con alcuni celebri nomi della musica leggera italiana (Nino D¹Angelo, Gino Paoli, Eduardo De Crescenzo e Nino Buoncore). Grazie al lavoro da session man SEPE riesce però ad autoprodursi il suo primo disco Malamusica che ottiene un buon riscontro di critica, così come i seguenti L'uscita dei gladiatori e Play standards and more. È soltanto con il successivo album intitolato Vite Perdute però che anche il pubblico inizia decisamente ad accorgersi di lui e alcuni registi cinematografici (Martone, Ferrario, Battiato) lo scelgono per musicare le proprie pellicole. Dopo queste impegnative quanto prestigiose fatiche, che gli permettono anche di far conoscere maggiormente il proprio nome, SEPE incide Spiritus Mundi e successivamente Trasmigrazioni, seguito a ruota dalla stampa dell'antologico Viaggi fuori dai paraggi. È l'ora adesso dei riconoscimenti ufficiali e dei premi: Lavorare stanca, libro-cd, riceve tra l'altro il premio Tenco e la nomination al Premio Italiano della Musica (PIM). Alla fine degli anni '90 SEPE è invitato a partecipare a prestigiosi festival europei (Womad, Les Allumees, Beethoven Kunstnhalle) e il suo nuovo Conosci Victor Jara entra nelle classifiche indies italiane. Nel 2000 pubblica Truffe & Other Sturiellett a cui segue la messa in scena al Teatro Argentina dei "Dieci comandamenti" di Raffaele Viviani, realizzato insieme a Mario Martone. Le 20.000 copie vendute del successivo Jurnateri rappresentano una gran bella soddisfazione per Sepe che nel 2002 dà inoltre alle stampe un'antologia espressamente concepita per il mercato estero, Senza filtro (Dunya Records), arricchita da sei brani inediti.
SEPE Daniele dal Felmay Shop
1. 'Ndunielle 2.49
2. Il lupo e l'agnello 1.33
3. Anime candide 6.49
4. Ce me pe ti zog? 11.01
5. Valse pour Marlene 1.46
6. Sammuchella 1.59
7. Amuri 5.50
8. Valse bomba 1.50
9. Preludio 0.45
10. Chanson d'amour 1.03
11. L'uccello di fuoco 3.46
12. Asi como matan los negros 2.10
13. Ronda da marraficas 7.53
14. Menina estas a janela 5.16
15. Happy end 3.17
Daniele Sepe, sax, clarinetto, flauto, tastiere
Auli Kokko voce
Luca "Zulù" Persico voce Giuseppe Naviglio voce
Massimo Ferrante voce, chitarra battente
Galo Cadena voce
Roy Paci tromba
Marian Serban cymbalum
Adnan Hozic voce
Emi Salvador voce
Jorgos Pittas voce narrante
Oktavian Nikita-Christea oboe
Piero Ricci zampogna
Franco Sansalone dobro
Piero De Asmundis piano, fisarmonica
Roberto Schiano trombone Lino Cannavacciuolo kemantchè
Tommaso Scannapieco basso
Enrico Del Gaudio batteria