«Razzmatazz è una strana parola, americana, in qualche modo legata agli albori del jazz, la cui radice e il verbo "to razz" - sfottere - e che, tutta intera, secondo un mio amico irlandese si potrebbe tradurre con "a big casino". Pare la strillassero le ballerine di charleston, ma a me piace credere che possa essere anche una parola triestina, che significhi disordine, quel disordine intenso e simpatico che hanno sempre le cose nostre, arruffate negli angoli piu intimi e remoti, e che abbia il sapore - la parola - spiritoso e irridente di quella terra ed anche il suo fondo di malinconia. » (Fulvio Luciani )
Cosi le musiche contenute in questo disco non rispondo ad un programma, non cercano una coerenza di squadra, non ambiscono dimostrare nulla. Sono musiche scritte da autori cosiddetti non accademici, spaziano dalla tradizione popolare della regione appenninica delle quattro province (Cadmio) all'estremismo meccanico delle macchine, che in Luce-Ombra "suonano" con i suoni del Quartetto Borciani assieme al quartetto stesso dal vivo, attraverso suggestioni folkloriche anche esotiche (Chatwin e Caucaso), letterarie (La nave dei folli e ancora Chatwin) ed esistenziali (La via). Il medium prescelto è quello del quartetto d'archi, la formazione piu dotta della musica da camera, il laboratorio delle sperimentazioni piu esoteriche degli ultimi tre secoli, e la tecnica di registrazione è la più classica possibile, degna della tecnica di registrazione di un ciclo di quartetti beethoveniani. Insomma, un bel pasticcio, di sapori antichi e popolari e di nevrosi moderne e metropolitane, della ricerca esistenziale di se, del gusto del ricordo e della appartenenza ad una tradizione, anche la piu lontana dalle nostre origini, e dell'insicurezza propria dell'uomo d'oggi, che alcuni elevano a simbolo di modernita, "letto" e accompagnato da un racconto di Dario Voltolini.
Nel 1984, Paolo Borciani, primo violino del celebre Quartetto Italiano, permise ad alcuni suoi allievi di dar vita ad un quartetto d'archi che avrebbe portato il suo nome, ad indicare l'appartenenza ad una scuola strumentale e musicale insigne ed il segno di una continuità nella lezione dell'indimenticabile Quartetto Italiano. Da allora il QUARTETTO BORCIANI è stato ospite delle istituzioni musicali e festival italiani piu prestigiosi, ha debuttato a Londra alla Purcell Room nel 1990 e a Salisburgo, alla Grosser Saal del Mozarteum nel 1992 in occasione delle celebrazioni del bicentenario mozartiano. Nel 1991 è stato invitato al Festival dei Due Mondi di Spoleto, invito rinnovato l'anno seguente. Nel 1996 è stato invitato al Festival di Wexford, Irlanda. La RAI ne ha registrato in video due concerti pubblici; uno di questi è stato trasmesso via satellite in tutta Europa. Il QUARTETTO BORCIANI è stato protagonista, a Milano, del ciclo integrale dei quartetti di Beethoven, il massimo impegno per un quartetto d'archi. Accanto alle opere piu tradizionali e conosciute il QUARTETTO BORCIANI coltiva il piacere della curiosità.
BORCIANI Quartetto dal Felmay Shop
Quartetto Borciani
Fulvio Luciani Elena Ponzoni violini
Roberto Tarenzi viola
Claudia Ravetto violoncello
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La nostra playlist su spotify Pre Minimalismo, minimalismo e post minimalismo, brani dal nostro catalogo curati per noi da Federico Marchesano,
PAOLO BONFANTI & MARTINO COPPO - You Were Right
from the CD "Pracina Stomp"
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