Forti dei riconoscimenti di pubblico e di critica ottenuti con i precedenti lavori e di una fama internazionale continuamente in crescita, i GAI SABER sono pronti a offrire un nuovo capitolo della loro avventura. Con La fabrica occitana la riscoperta delle tradizioni occitane filtrate alla luce delle sonorità futuribili dell’elettronica prosegue con convinzione giungendo a un ulteriore affinamento di quel “meticciamento” musicale che è (come rivendicano gli stessi componenti del gruppo), il cardine stilistico fondamentale dei GAI SABER. L’incontro tra i ritmi digitali e le melodie della poesia trobadorica trova in La fabrica occitana una perfetta sintesi e uno straordinario equilibrio: ogni suono, qualunque sia l’origine della sua natura, si accosta a quello che segue con grande armonia, originando brani che nella pur ampia varietà stilistica mantengono il tratto comune rappresentato dal gusto e dalla finezza della realizzazione. Frutto di un’attenta e profonda manipolazione della materia sonora La fabrica occitana non è un’opera casuale ed è la prova tangibile di come si possano spostare in avanti i confini della ricerca musicale popolare senza perdere il contatto profondo con le proprie radici. Saltando a piè pari i luoghi comuni del rock per atterrare direttamente nei territori dei campionamenti e dell’elettronica più avanzata i GAI SABER compiono un coraggioso tentativo, soprattutto a beneficio delle giovani generazioni, di annodare i fili tra passato e futuro. Formatisi nel 1992 come Kalenda Maia, i GAI SABER hanno assunto il nome attuale nel 1996 e nell’anno seguente hanno pubblicato il loro primo disco, intitolato Troubar R’òc. Nel giugno del 1999 è pronto il secondo cd, Esprit de frontiera, che vede la partecipazione di Ares Tavolazzi, Elio Rivagli e Vincenzo Zitello. Nel 2000 e nel 2001 i GAI SABER prendono parte a numerosi festival in Italia e all’estero, dando avvio nel contempo a quell’accostamento tra elettronica e strumenti tradizionali che porterà all’eccellente risultato di Electroch'òc (2002), in cui i ritmi della musica da ballo occitana convivono con le atmosfere jungle e trip-hop. L’album è accolto favorevolmente dalla critica e per la formazione di Peveragno (Valle Pesio, in provincia di Cuneo) si apre un intenso triennio di esibizioni live in giro per l’Europa. I GAI SABER sono: Chiara Bosonetto (voce), Maurizio Giraudo (cornamusa, ghironda, flauti, voce), Maurizia Giordanengo (organetto), Paolo Brizio (organetto, djembe, derbouka, voce), Elena Giordanengo (arpa, tamburi e flauti provenzali, voce), Jose Dutto (batteria), Alessandro Rapa (chitarre acustiche , bodhran, voce, campionamenti e programmazioni digitali).
Si parla di globalizzazione, di conflitti sottotraccia ed evidenti, di tolleranza e di cattiva informazione sui teleschermi, di identità da difendere e da ricostruire nel nuovo disco dei Gai Saber, alfieri della cultura musicale occitana alla ricerca di sempre nuove e problematiche sintesi tra tradizioni e modernità. Un disco attuale come e più di molto rock di tendenza, insomma, sulla scia di quel folgorante Electroch’Oc che qualche anno fa diede un salutare scossone alle acque un po’ stagnanti di questo folk. Resta e si conferma il passo baldanzoso ed arrembante dei Gai Saber, un combat folk senza sensi di colpa con singolari consonanze con quanto si produce nel meridione d’Italia e nei lembi più orientali della penisola. Il gruppo di Peveragno ha ancora molto da dire, e se vi capita di ascoltarli dal vivo, il piacere è raddoppiato. GUIDO FESTINESE (da World Music Magazine 79)