La musica dell’India del Sud presenta aspetti altrettanto interessanti di quella, generalmente più conosciuta dal pubblico occidentale, proveniente dal Nord. Di tale tradizione la famiglia Lalgudi ne è una tra le massime espressioni, come è parso evidente a chi ha avuto l’occasione di ascoltare il precedente Singing Violins (fy 8094), disco che vedeva riuniti Lalgudi G Jayaraman con i figli LALGUDI GJR KRISHNAN e LALGUDI J VIJAYALAKSHMI, un trio di violinisti davvero d’eccezione. La nuova incisione ha nelle vesti di protagonisti LALGUDI GJR KRISHNAN e la sorella LALGUDI J VIJAYALAKSHMI. In Bow to the Violins si può ascoltare l’essenza della musica carnatica, a cominciare dai due brani che appartengono al repertorio di Thyagaraja (1767-1847), riverito nell’India del Sud alla stregua di un santo. La finezza con la quale i due Lalgudi operano sulla trama per esaltarne il timbro e il colore è assai apprezzabile, così come il sostegno ritmico costante fornito da una coppia di percussionisti di ottimo livello, AS Shankar al ghatam e MV Chandler Shekar al mridangam. La musica che scaturisce da Bow to the Violins è vibrante senza essere inutilmente virtuosistica e il duo Lalgudi dimostra di possedere un alto grado di inventiva nell’affrontare brani che per la loro durata non particolarmente estesa richiedono capacità di concentrazione non comune. I Lalgudi nel corso delle loro esecuzioni sono sovente talmente compenetrati da sembrare un musicista solo, ma non rinunciano a operare di “contrasto” per evidenziare ancor più la bellezza della musica da loro prodotta. D’altro canto occorre precisare che LALGUDI GJR KRISHNAN ha avuto molte volte la possibilità di duettare in concerto anche con artisti dell’India del Nord e questa costante pratica dello jugalbandi non ha fatto altro che affinare sempre più la sua perizia esecutiva “di coppia”.
Bow to the violins (gioco di parole intraducibile su bow, agire d’arco ma anche inchinarsi) presenta all’opera due artisti della famiglia Lalgudi, virtuosi di violino di stile carnatico dell’India del sud. Nella fibra sonora pastosa e cantante sino ai limiti del singhiozzo, dimentichiamo Corelli, Bach ma anche Laurie Anderson: il violino è qui strumento completamente indiano, che i Lalgudi imbracciano accompagnati da ottimi percussionisti, secondo lo stile di una pratica musicale risalente alla fine del XVIII secolo (il disco contiene un pamphlet storico-esplicativo della scuola e dei brani). L’interpretazione del duo formato da Krishnan e dalla sorella Vijayalakshmi piace per la comunicativa ricchezza timbrica e anche per la tensione virtuosistica, capace di appassionare come nella grande musica per violino del resto del mondo.
LUCIANA GALLIANO (da World Music Magazine 79)