Nella sarda Alghero si parla il catalano, una lingua che è espressione di una cultura particolarissima e allo stesso tempo pienamente inserita nell’area mediterranea. La cantante FRANCA MASU è figlia di questo speciale clima artistico, di quest’aria impregnata di mare e di terra, di salsedine e di profumi forti, di antichissime tradizioni e di vitali slanci rivolti al futuro. Alghero da sempre è stata il luogo della Sardegna forse più rivolto all’esterno, più disponibile al contatto e allo scambio verso quelle coste spagnole e portoghesi che racchiudono la porzione occidentale del Mediterraneo. La voce di FRANCA MASU è quindi una sintesi perfetta di sensazioni e umori artistici provenienti da culture “dirimpettaie” che si sono mescolate nel corso del tempo fino a contrarre legami indissolubili. Formatasi artisticamente in ambito jazzistico, FRANCA MASU ha cominciato a interessarsi alla cultura catalana nella seconda metà degli anni Novanta, attratta da un naturale impulso verso la riscoperta di sonorità di grande forza evocativa. La sua voce profonda e scura ma allo stesso tempo ricca di sfumature si è adattata perciò a meraviglia a un mondo che non attendeva altro che il suo arrivo. Il suo debutto discografico è del 2001 con l’album El meu viatge che riscuote subito importanti consensi anche in Spagna, un interesse che si rinnova e si allarga con Alguímia (2004), disco di grande maturità e originalità in cui il riferimento al tango, al fado e alle sonorità spagnoleggianti si fondono e temperano in una sintesi personale. Il nuovo Aquamare fa molto di più che confermare l’indiscutibile talento di FRANCA MASU e offre all’ascolto una serie di interpretazioni passionali, senz’altro di caratura internazionale, che evidenziano inoltre quante notevoli possibilità di sviluppo siano ancora ipotizzabili nella carriera della vocalist algherese. Nella band che l’accompagna troviamo tra gli altri Mauro Palmas (mandoloncello), Salvatore Maltana (contrabbasso), Marcello Peghin (chitarre), Fausto Beccalossi (fisarmonica), Gavino Murgia (sax soprano), Andrea Ruggeri (batteria), Marco Malatesta (percussioni), Andreu Ubach (percussioni) e il quartetto d’archi Karel. Un gruppo d’eccezione che sa esaltare le doti non solo interpretative della MASU. Gran parte del programma è stato infatti ideato ex novo dalla stessa MASU in collaborazione con vari componenti del gruppo, che si alternano e si prodigano nell’offrirle sostegno anche sul piano della scrittura e dell’arrangiamento. Tre soli i brani non firmati da FRANCA MASU, tra cui spicca la versione in catalano della celebre Canzone per te di Bacalov ed Endrigo
“Una falesia incastonata nel blu topazio dell’abisso”: questa frase molto evocativa del poeta della musica Paolo Fresu è riferita a uno dei brani di questo terzo lavoro discografico dell’algherese Franca Masu, la versione in catalano della Canzone per te di Endrigo e Bacalov. Difficile non sottoscrivere, e non solo per quanto riguarda quel brano reso qui come una sorta di sognante milonga. Tra echi di etnojazz tutt’altro che decorativo (con i fiati del grande Gavino Murgia), preziosi giochi di plettri guidati da Mauro Palmas e Marcello Peghin e arrangiamenti che scolpiscono fondali efficaci e mai invadenti anche quando entra in scena un quartetto d’archi, svetta la voce di cristallo e ambra scura di Franca Masu. È un disco intenso e prezioso, questo, con il vortice danzante di “Presències”, la maestosità dolente di “Alfonsina y el mar” e molto altro, da scoprire poco a poco.
GUIDO FESTINESE (da World Music Magazine 79)