MORI Chieko
Katyou Fuugetsu

Fy 8111


Dunya Records
Giappone

 

Un’opinione piuttosto comune e condivisa, per quanto non priva di retorica, riguardo la scena musicale giapponese è che sia costituita da due entità tra loro nettamente divise: da un lato il mercato della pop music usa e getta ricalcato sul modello Occidentale, dall’altro il mondo della tradizione classica. Un universo, il secondo, regolato da consuetudini pressoché fisse e immutabili, perpetuate da generi quali il gagaku (musica di corte) e il shomyo (canto buddista), oppure dalla varie forme di musica per il teatro (no, bunraku, kabuki). E retto da strumenti di origine antichissima quali il shakuhachi (flauto di bambù), la biwa e il shamisen (liuti) o ancora il koto (cetra a 13 corde). Proprio quest’ultimo, nelle mani sapienti della giovane virtuosa CHIEKO MORI, è il protagonista assoluto di una nuova incisione Felmay dedicata alla musica dell’Estremo Oriente.

Il koto è dotato di una cassa di risonanza di quasi due metri e di una tavola armonica arcuata; le corde, di uguale lunghezza, si appoggiano a ponticelli mobili. Chi suona è inginocchiato di fronte allo strumento e agisce sulle corde pizzicandole con tre plettri di avorio fissati alle dita della mano destra, mentre la sinistra è impiegata per ottenere abbellimenti e modifiche all’intonazione premendo la corda dietro il suo ponticello. Il fatto più interessante da notare in Katyou Fuugetsu è che CHIEKO MORI, pur conoscendo alla perfezione le tecniche d’esecuzione classiche tramandate dalle scuole Ikuta e Yamada, tenta un approccio differente allo strumento, nell’intento di suggerire nuove possibilità alla musica per koto. Nei brani intitolati Light Up e Fantasy, ad esempio, si può ascoltare un interessante intreccio tra motivi giapponesi e indiani uniti dall’improvvisazione. In modo simile in Kimono Dance si incontrano la tradizione giapponese con il valzer e una melodia improvvisata. Queste tracce, insieme con Sky Travel, una impressionistica divagazione sui colori del cielo, possono essere utilmente comparate con quelle direttamente tratte dal repertorio di importanti compositori della tradizione, al fine di apprezzare ancor più le finezze interpretative di cui è capace CHIEKO MORI. Katyou Fuugetsu è dunque disco che dimostra come anche in Giappone ci siano artisti che riescono a vivere il presente alla luce del passato, senza soffocare al contempo il loro talento e le loro inclinazioni alla sperimentazione.
CHIEKO MORI vanta già importanti collaborazioni ed esperienze, e ha avuto modo di mettere in mostra la sua bravura lavorando tra gli altri con Michael Galasso, Bob Wilson, Phil Minton. Nel 2005 ha realizzato un disco (“Jumping Rabbit”) per la Tzadik di John Zorn, il quale ha avuto parole di grande apprezzamento per le sue qualità di artista.