A circa un anno di distanza dal disco d’esordio a suo nome intitolato “U Ciuccio” (Felmay fy 8090) MASSIMO FERRANTE ci regala un’altra importante raccolta di brani appartenenti al patrimonio popolare del Sud Italia.
Con la sua fedele dodice corde e soprattutto con la sua voce originale – mai sopra le righe e nel contempo forte, vigorosa e appassionata quanto serve a rendere l’“anima” della musica mediterranea – FERRANTE interpreta un repertorio composito, di diversa provenienza geografica e stilistica. Tra ricordi personali e scoperte altrui FERRANTE trova la giusta misura e la chiave interpretativa adatta per sottolineare i punti di contatto e le differenze tra una serie di canzoni provviste di un fascino indiscutibile e leggermente rétro. Le esecuzioni proposte da FERRANTE non risultano perciò uniformi e appiattite su una generica atmosfera “meridionale”; riescono invece a evidenziare al meglio le tante sfumature e la ricchezza di colori di un’area culturale composita ma non priva di elementi comuni. Nel nuovo RICUORDI si ascoltano canti sociali e di protesta, stornelli e leggende musicate, strofe augurali e testi di cantastorie e arie da ballo. Le fonti da cui FERRANTE pesca sono molteplici: da vecchi vinili o da audiocassette vendute alle fiere di paese alle raccolte etnomusicologiche; spesso, più semplicemente, egli non fa altro che chiamare la propria memoria in soccorso, ricordando melodie sentite in gioventù, mentre giocava a tombola con la zia o in occasione di feste e riti della comunità di appartenenza. E non mancano neppure scelte inaspettate e inconsuete, come la ripresa di En Méditerranèe, una ballata d’inizio anni Settanta del francese Georges Moustaki resa benissimo nei suoi chiaroscuri da FERRANTE; oppure la versione quasi jazzata di Rosso colore, canzone sull’emigrazione composta dal compianto Pierangelo Bertoli. Numerosi sono i musicisti di qualità che hanno partecipato all’incisione – tra gli altri Francesco Migliaccio (fisarmonica), Enrico Del Gaudio (batteria), Roberto Giangrande (contrabbasso), Francesco Banchini (clarinetto), Rino Saggio (flauto e sax), Leonardo Massa (violoncello) – bravi a interagire tra loro e sapienti nel seguire le differenti impostazioni strumentali che FERRANTE non ha mancato di dare a ogni brano al fine di renderlo accattivante e pregevole anche sotto il profilo squisitamente stilistico. Perché l’arte di FERRANTE consiste soprattutto nel saper rendere “universale” una materia che a un ascolto superficiale può apparire soltanto frutto di culture localistiche.