In Child Of The Moon STALTERI mette in campo dieci composizioni ispirate dalla luna e una dal sole. Il pianismo di STALTERI è altamente evocativo, straniante e, appunto, “lunare”, ma sa anche discostarsi da analoghe esperienze postminimali in virtù di una maggiore robustezza e articolazione nella struttura dei brani. Il suo suono è dunque accattivante e nello stesso tempo corposo, mai privo di scarti, di sperimentazioni, di “rischio” insomma. I richiami classicisti si dirigono verso Debussy oppure guardano alle esperienze di Satie, ma si tratta di semplici sfumature, a indicare più che altro una simpatia di gusto, una metabolizzazione di elementi di storia della musica che riaffiorano a livello quasi inconscio; e non troppo dissimile è il discorso da fare a proposito della sua fascinazione per il minimalismo storico.
Nei “notturni” di STALTERI alberga una dimensione riflessiva e contemporaneamente giocosa, la luna è sempre piena e rischiara con generosità i luoghi su cui risplende. In STALTERI la ricerca del suono aperto e comunicativo non significa rinunciare alla profondità dell’emozione, allo scandaglio delle pieghe più riposte dei sentimenti. La superficialità, dunque, non si addice a “Child Of The Moon” e il disco si propone pertanto quale importante capitolo nella carriera di un artista che riesce nell’occasione a trovare un originale punto di equilibrio tra percorsi musicali di differente provenienza.
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