ZURLO Tonino
Nuzzole e pparolu
AM 06
World Music
8032998800067
Anima Mundi Records
Italia
Esistono opere d’arte che trascendono la categoria del ‘bello’, la sovvertono con la loro deliberata ruvidezza, la loro urticante verità di denuncia, la poesia. Opere preziose che, anche se raramente, capita di incontrare per caso, fuori dei canali tradizionali della comunicazione ufficiale. Candidato a diventare uno dei dischi pi? significativi degli ultimi anni, se non dell’intera storia del ‘popolare’ in Italia, “Nuzzole e pparolu” di Tonino Zurlo ? il capolavoro per cui vengono a cadere le prerogative del linguaggio descrittivo-analitico: com’? possibile, d’altro canto, descrivere, analizzare, comprendere un’opera di siffatta bellezza? Non inganni l’uso del termine ‘bellezza’. Bellezza ? per noi, qui, durezza di sentimenti, forza espressiva, potenza dell’anima, il mettersi a nudo in tutta la propria fragilit? di sentimenti: circolano oggi opere di questa natura? Tredici pezzi cantati in dialetto (il brindisino parlato a Ostuni), tutti di nuova composizione, interpretati (prevalentemente da Zurlo) e suonati (da Guido Sodo e i Cantodiscanto) con l’inconsueta, davvero inedita, naturalezza espressiva che mette in secondo piano la pur innegabile abilit? tecnica dei musicisti. Nulla appare ‘pensato’, cesellato, prono alle logiche perverse del suono che dissimula (la presunta autenticit? dell’essere popolare, la schiettezza del rappresentarsi autore tradizionale…) per irretire il pubblico. Nessun suono ? simulacro di un’idea nostalgica di un tempo che non ? pi?, come gran parte dei lavori di musica ‘tradizionale/’popolare’/folk pubblicati in Italia in questi anni; né tanto meno la voce di Zurlo si presta a possibili fraintendimenti di senso: ? voce nuda, appunto, che scava dentro la propria interiorit? ed estrae idee, sentimenti, nostalgie, paure e felicit? altrove inespresse o comunicate maldestramente: ‘verit?’ dovremmo definire l’esito stupefacente di essere cos? ‘dentro’ questa vita raccontata, di viverla cos? profondamente, tanto schiettamente da mettere noi, semplici ascoltatori, nell’imbarazzo dell’emozione incontrollata? La forza dei sentimenti espressi nel disco rende persino superflua l’esatta comprensione dei significati del testo, per altro adattati in un italiano corrente stucchevole e assolutamente inadatto a ‘questa’ comunicazione: Zurlo ? poeta autentico, come lo sono pochi altri (Matteo Salvatore, Rosa Balistreri, Carlo Muratori, Luigi Maieron…), e non si presta a una facile edulcorazione del linguaggio, tanto ? duttile e potente d’immagini il suo dialetto. Come rendere, d’altronde, l’incipit di “Core d’ore”, canzone d’amore:
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