La NAPOLI MANDOLINORCHESTRA giunge al suo secondo progetto discografico per la nostra etichetta dopo Serenata luntana (Felmay 8055) e oltre un decennio di attività concertistica che hanno saputo suscitare l’entusiasmo del pubblico più attento ed esigente.
Formatasi nell’alveo dell’Accademia Mandolinistica Napoletana grazie al lavoro di Mauro Squillante (mandolino) e Leonardo Massa (violoncello e mandoloncello), l’Orchestra, dopo aver rinverdito i fasti della musica napoletana verace, ha messo mano per l’occasione a un programma alquanto originale. Frutto di un’accurata ricerca musicologica compiuta su un ampio numero di trascrizioni e variazioni operistiche, Mandolini all’Opera presenta alcune pagine fondamentali del melodramma. Si tratta di una rivisitazione raffinata che affonda le sue radici in una tradizione che a cavallo tra Otto e Novecento vedeva la miriade di circoli a plettro d’Italia rendere popolare l’opera lirica al di fuori dei teatri.
L’esordio è affidato a una fantasia tratta dalla Norma di Bellini, ideata dal mandolinista fiorentino Enrico Marucelli, vissuto nella seconda metà dell’Ottocento. Il Marucelli non mancò di divertirsi pure con La Traviata di Verdi di cui elaborò vari temi, qui ripresi con grande eleganza dalla NAPOLI MANDOLINORCHESTRA. Di Gaetano Donizzetti viene proposto sia il Don Pasquale, esemplificato da una fantasia firmata dal milanese Ferdinando Francia, sia un frammento dalla Lucia di Lammermoor creato dal catanese Gioviale. Ancora di Bellini è poi la volta dei Puritani, accolti in una trascrizione del mandolinista romano Maciocchi. Non necessita certamente di presentazioni la Carmen di Bizet, ripresa in modo magistrale dall’Orchestra nelle sue arie più conosciute grazie a un’invenzione di Vincenzo Biffi.
Se sulla carta si poteva giudicare arrischiata e priva di nessi l’unione tra un’orchestra di mandolini e la tradizione del melodramma, basteranno pochi minuti di ascolto per essere avvolti in un’atmosfera d’altri (gloriosi) tempi.