FLAVIO SALA e JUAN LORENZO propongono all’ascolto un “Encuentro” di alto profilo, mettendo in comunicazione le loro rispettive esperienze e culture musicali. FLAVIO SALA, venticinquenne nato a Campobasso, dopo il diploma al conservatorio della sua città ha compiuto corsi di perfezionamento con il maestro Oscar Ghiglia, ottenendo sempre il massimo dei voti. Al suo attivo vanta inoltre numerosi premi internazionali ed è stato applaudito in tour e concerti che l’hanno portato a calcare il palco di importanti sale da concerto in Italia, Austria, Spagna, Russia, Stati Uniti e Sud America. JUAN LORENZO è chitarrista flamenco che si è formato a Siviglia ed è da oltre vent’anni attivo come concertista. Le sue esibizioni hanno sovente accompagnato cantanti e ballerini tra i più celebri di Spagna e il suo nome compare sovente tra i collaboratori di Andrea Bocelli, Mario Reyes (Gipsy Kings), Al di Meola e Pino Daniele. Alla metà degli anni Novanta ha fondato la compagnia Flamenco Libre, allo scopo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza dell’arte flamenca nel mondo. Con lo stesso proposito ha da sempre rivolto una particolare attenzione agli aspetti didattici del suo mestiere, sia pubblicando saggi, libri e metodi sulla chitarra flamenca, sia tenendo corsi e masters nei maggiori istituti musicali. In “Encuentro” SALA e LORENZO si propongono di trovare un terreno comune su cui far prosperare tanto la tradizione classica quanto l’eredità del flamenco, nell’intenzione di sperimentare e giungere alla definizione di un nuovo linguaggio chitarristico. Il loro diventa perciò un dialogo che si costruisce brano dopo brano e l’incisione, pur nella grande piacevolezza delle atmosfere che si susseguono incalzanti, può essere meglio apprezzata tenendo presente quest’idea di work in progress che guida l’album. Si parte da un tema venezuelano classico arrangiato per chitarra flamenca e si procede, al contrario, con un esempio di flamenco di Granada proposto in stile classico, anche tenendo conto della lezione di Albéniz. Il “vai e vieni” tra i due generi è il filo rosso che rende il disco unico, ma non mancano ulteriori sorprese a rendere ulteriormente interessante il quadro sonoro. In La cartuja, ad esempio, un tema di Gerardo Núñez, l’influsso dell’improvvisazione jazzistica appare quanto mai evidente. Inoltre, in un paio di tracce (A Paco, Juego), la presenza del cajon di Dario Carbonell irrobustisce le possibilità ritmiche del gioco strumentale.