Le tracce, in un genere che si potrebbe definire di musica classica-elettronica-cinematica e che l’autore definisce Eremitaggi, ovvero azioni creative attraverso cui «allontanarsi da tutto per avvicinarsi al tutto», nascono dal bisogno di ottenere una musica vicina al versante sacro dell’esistenza, che dispensi pietas sulla vita consumata, sui luoghi e sui beni scomparsi o in progressivo abbandono. Attraverso la solitudine e il linguaggio sensibile delle proprie emozioni e del proprio dolore, ci si ritira dal mondo per poi vederlo meglio.
Il terzo disco solista di FABIO BAROVERO si compone di 10 brani tessuti con materiale elettronico e archi di contrabbasso e violino. L’album è stato registrato durante il 2018 nello studio Verosound, l’atelier musicale voluto e realizzato da Fabio Barovero su di un lembo di terra circondato dal fiume Dora, alle porte di Torino. Le tracce, che l’autore definisce «Eremitaggi», ovvero azioni creative attraverso cui «allontanarsi da tutto per avvicinarsi al tutto», nascono dal bisogno di ottenere una musica vicina al versante sacro dell’esistenza, che dispensi pietas sulla vita consumata, sui luoghi e sui beni scomparsi o in progressivo abbandono. «Nell’epoca dell’apparente azzeramento delle distanze», dichiara Barovero, «attraverso la solitudine e il linguaggio sensibile delle proprie emozioni e del proprio dolore, ci si ritira dal mondo per poi vederlo meglio» . In questo ritrarsi, che è ambizione, ricerca musicale ed emotiva, ci si inoltra fino a trovare la versione più intima e assoluta di se stessi. Il luogo che questo disco invita ad esplorare attraverso i 10 eremitaggi è quello di un genere che si potrebbe definire di musica classica-elettronica-cinematica, per le influenze del compositore, autore negli ultimi anni anche di diverse colonne sonore per il cinema, e per gli apporti dei musicisti Federico Marchesano (contrabbasso) e Simone Rossetti Bazzaro (violini). «Nella realizzazione di questo lavoro, ho cercato di costruire un’ambientazione sacra in cui portare la mia musica. Mi sono allontanato come farebbe un eremita, figura che mi sembra lontana dalla contemporaneità, ma che sento a me vicina. Utopica forse. E’ così profondamente necessario per me che ci si allontani dal mondo iper connesso, dall’ossigeno sintetico, e che ci si metta sulle orme di una ricerca vitale per scoprirci più selvatici»
FABIO BAROVERO lavora per il cinema, la televisione, la radio e il teatro. Al suo attivo ha centinaia tra spettacoli, concerti, sonorizzazioni, allestimenti, e vanta la partecipazione come compositore, musicista e produttore, a decine di progetti discografici in ambito italiano e internazionale. Come membro fondatore della storica band torinese Mau Mau, è autore di 10 album che sono stati portati in tour con migliaia di concerti, festival europei, compilazioni, colonne sonore. Tra le molte collaborazioni, si ricordano quelle con Africa Unite, La Crus, Ivano Fossati, Vinicio Capossela, Arthur H, Cristina Zavalloni. E’ coautore, produttore ed esecutore delle musiche di tutti gli album di Saba Anglana, pubblicati in 60 Paesi. E’ ideatore, produttore e autore del progetto Banda Ionica, di cui curò l’avventura discografica che ha portato al successo il revival del genere bandistico in Europa e nel mondo. Vince il nastro d’argento per le musiche del film La Febbre di Alessandro D’Alatri e il “Carlo Savina Music Award” per la colonna sonora di “Dopo Mezzanotte”, film di grande successo di Davide Ferrario. Compone la colonna sonora per l’allestimento del tour mondiale della mostra Off Brodway, dell’agenzia Magnum Photos. Pubblica a proprio nome, come solista, tre album: Preghiere (2003) in cui fonda una personalissima estetica musicale tra elettronica e partiture orchestrali, avvalendosi anche di registrazioni sul campo (voci di persone che praticano hatha yoga sulla spiaggia di Bombay, i lamenti di un funerale a Luanda, rituali dedicati alla Madonna di Guadalupe in Chapas). Sweet Limbo (2010), un album denso di suggestioni e visioni in cui BAROVERO disegna un luogo immaginario delle possibilità infinite, affrancato dall’assillo delle categorie e delle appartenenze, un elogio laico al libero territorio dell’anima. Eremitaggi (2018), è il suo nuovo lavoro discografico.