L’esplorazione di Felmay del mondo musicale centro asiatico, cominciata quasi 30 anni fa, continua con l’album DOUCE ERRANCE di KENGO SAITO-JAPANISTAN TRIO. Si tratta di composizioni originali e/o di nuovi arrangiamenti di brani tradizionali dove rubab afgano, shakuhachi giapponese e tombak persiano danno vita ad un suono ricco di fantasia e di sfumature poetiche creando un percorso sonoro che partendo dalla lontana Via della Seta raggiunge Parigi, città dove risiedono i membri del gruppo. In questo immaginario e originale mondo musicale non ci sono confini. Benvenuti nel Japanistan !
Sorprendentemente, il suono del rubâb che per secoli ha animato le valli afgane, si sposa perfettamente con le melodie giapponesi, così lontane eppure così vicine. KENGO SAITO inizialmente trasferitosi in Francia per studiare arte, si è presto reso conto che « scolpire » melodie appagava la sua vera natura artistica. Dopo lo studio della musica classica dell’India del nord (sitar e tabla), si è avvicinato alla musica afgana attraverso lo studio del rubâb. Oltre quindi ad affrontare repertori indiani ed afgani, ha collaborato con un’ampia varietà di artisti di diversi stili musicali e differenti tradizioni. Fra gli altri con la Hangzhou e Shenzen Philharmonic Orchestra, Orange Blossom, la svedese Thérèse, il maliano Ballaké Sissoko, il vietnamita Huong Thanh, la greca Xanthoula Dakovanou, il turco Gülay Hacer Toruk, Odo Ensemble di Claire Mérigoux, Yaping Wang suonatore taiwanese di Yanqing, il chitarrista Jazz Nguyen Lê, etc.. Per KENGO, iniziare a suonare alcuni brani della tradizione giapponese con il rubâb, è stato un passaggio naturale e, sorprendentemente, il risultato fu un suono che poteva ritenersi a metà strada fra koto e shamisen (strumenti a corda giapponesi). KENGO iniziò quindi un nuovo percorso di ricerca creando un ponte musicale fra queste due culture. (Il suo precedente album, in solo, si chiama Japanistan). Molte musiche tradizionali modali condividono scale simili in quasi tutta l’Asia e a volte si sono sviluppate anche in Africa. Esistono infinite possibilità di associare e ricreare forme musicali ispirate a queste diverse tradizioni. La combinazione di questi strumenti appare così naturale quasi da sembrare che abbiano da sempre suonato assieme. Con questo album, concepito come JAPANISTAN TRIO, prende vita un’unica identità musicale pur essendo evidenziato il suono distinto di ogni strumento. Lo shakuhachi introduce il brano con l’inconfondibile suono del bamboo giapponese, grazie ad una tecnica speciale di respirazione che presenta un’ampia sfera di sfumature tonali, mentre il suono percussivo di daf e tombak aggiungono rigore persiano e una dimensione mistica. Oltre agli arrangiamenti del repertorio classico e popolare giapponese e afgano, le composizioni originali di questo album offrono strutture ed espressioni diverse, consentendo libertà all'interno delle sezioni di improvvisazione. Come bonus, il pezzo “La Polonaise” da BWV 1067 di J.S. Bach, presenta una sfida unica nell'interpretare la musica classica occidentale basata sull'armonia preservando il carattere modale nell'arrangiamento. L’idea nacque quando il Japanistan Trio fu invitato a uno dei festival Bach più prestigiosi in Francia, “Passe Ton Bach d’Abord”, a Tolosa nel 2020. www.kengosaito-music.com
Il flautista francese SUIZAN J.F. LAGROST ha studiato flauto a Mulhouse e Parigi, vincendo diversi concorsi nazionali ed internazionali. Esegue repertori che spaziano dal barocco alla musica contemporanea, dal jazz all'improvvisazione. Ha inoltre studiato musicologia all'Università della Sorbona, dove ha conseguito un DEA in musica del XX secolo. Ha iniziato lo studio del shakuhachi nel 2000 con il Maestro Sōzan Kariya (stile Tozan). Da allora ha completato il suo apprendistato incontrando maestri di diverse scuole. La diversità delle sue competenze lo porta ad apparire in una varietà di contesti musicali: recital di flauto, come solista con grandi ensemble classici così come con i migliori musicisti tradizionali sui palcoscenici europei e non solo. Suizan insegna sia flauto da concerto che shakuhachi nei conservatori di Le Kremlin-Bicêtre e Gentilly vicino a Parigi. Nel 2013, ha pubblicato con Felmay un CD di musica tradizionale giapponese intitolato "Kyoku" con la suonatrice di koto Mieko Miyazaki. Rappresentante ufficiale della scuola ShinTozan-ryū in Francia dal 2023, gode di una carriera internazionale nei repertori tradizionali, contemporanei o misti. www.flute-shakuhachi.com
Nato a Teheran, ERSHAD VAEZTEHRANI si è formato nella musica classica persiana con maestri come Bahman Rajabi e Farbod Yadollahi per il tombak, Erfan Beomidehagh e Bijan Kamkar per il daf. Laureato in contrabbasso presso la Facoltà di Musica dell'Iran University of Art di Tehran, ha proseguito gli studi in Francia presso il Conservatoire à Rayonnement Régional de Paris dove ha studiato ha conseguito il diploma di concertista nel 2018. Oltre agli studi di performance, ha conseguito un Master in Musicologia nel 2020 presso l'Università della Sorbona. Membro dell'Ensemble Barocco di Toulouse dal 2017, si esibisce anche in diversi ensemble come La Fenice, Musica Vera, Musica Antiqua Mediterranea, Ludi Musici, in varie sedi prestigiose. La sua passione per la trasmissione della sua arte lo porta a insegnare percussioni persiane nei conservatori della regione parigina, e sul palco suona regolarmente con musicisti classici iraniani in Francia e all'estero. Il daf è un grande tamburo a cornice con anelli di metallo fissati all'interno lungo il telaio. La sua imponente presenza e versatilità permettono al suonatore di variare i suoni, spaziando dai colpi profondi alle leggere vibrazioni degli anelli metallici. Tradizionalmente appartiene alla musica sufi persiana e nelle cerimonie mistiche è considerato uno strumento sacro capace di elevare lo spirito attraverso la ripetizione di schemi ritmici ipnotici. Popolare tra i vari stili di musica iraniana, oggi è utilizzato anche nella musica moderna e contemporanea in diverse tradizioni.