Diceva qualche anno fa Ivano Fossati che a volte la musica “leggera” è faccenda di grande peso specifico, in rotta di collisione e corto circuito con l’aggettivo che accorpa stolidamente Ramazzotti e De André, Morgan e Max Manfredi. Per fortuna nella musica “popular” (definizione infinitamente più utile) non c’è una casella in cui imprigionare il battito d’ali di farfalla e colibrì di Lalli e Pietro Salizzoni, che stanno alla musica leggera come in letteratura Erri De Luca sta alla pletora di spacciatori di libri da classifica. Con l’inizio di “The Cats Will Know”, Lalli e Salizzoni si sono anche permessi il lusso di scherzare con la musica radiofonica (peraltro da una poesia di Pavese). Un bel trucco per viaggiare tra Satie e la Duras, in un mondo gentile, occasionalmente disperato, sempre pronto a riacchiappare le ragioni della speranza nella memoria, nella storia, in vissuti trasparenti, memori e gelidi come acqua di montagna. La musica accompagna qui senza gridare, con la tromba di Giorgio Li Calzi che per esempio si insinua nella rocciosa fragilità di Lalli. Quanta bellezza, direbbero in Brasile.
Guido Festinese / World Music Magazine #81