Anche se l’Iran è di nuovo al centro delle cronache della sua cultura si parla di rado. In particolare della musica, che già soffre in patria di un certo ostracismo da parte delle autorità religiose e di cui i media occidentali si occupano soltanto quando platealmente censurata. Più che esaltare la musica classica o d’arte persiana, comunque presente attraverso la splendida voce femminile di Parvin Javdan e quelle maschili di Shahram Nazeri e Mohammad Reza Shajarian, quest’antologia mette in evidenza la varietà di espressioni derivate dalla realtà etnica del paese, con una predominanza della componente curda a cominciare dai Kamcars, noti all’estero perché selezionati da Real World/Womad. Risalta poi la musica azera, incarnata dal saz di Mehdipour; quella turkmena del bardo Soleimani, esponente di una tradizione pan-asiatica che ha la sua culla nel Khorasan, regione nord-orientale del paese, e il suo strumento elettivo nel liuto detto dotar. O ancora la componente baluci, che ci porta verso l’Afghanistan e l’attuale Pakistan con l’inconfondibile accento della voce di Mohammad Zangeshahi e dei timbri di sorud e rubab.Il pop è rappresentato qui dai pionieri post-rivoluzionari Arian Band e dai gruppi Barad e O-Hum, quest’ultimo marcatamente rock. Sebbene su 15 brani soltanto 3 siano inediti la compilation è estremamente piacevole da ascoltare (in alcuni casi si tratta però di parti o porzioni di brani più lunghi, ridotti per esigenze antologiche). Questo enhanced cd contiene extra destinati al pc: una scheda sulla musica iraniana in 4 sezioni più un’intervista con il compilatore dell’antologia Simon Broughton.
PS / World Music Magazine #81