La vocalist pugliese ROSAPAEDA si ripresenta al suo sempre più numeroso pubblico italico e internazionale (ne fanno fede le oltre quindicimila copie vendute dei precedenti Facce e In forma di Rosa) con una nuova produzione, Mater, che non mancherà di riscuotere altrettanto se non maggiore interesse.
Nel suo percorso artistico ROSAPAEDA ha saputo passare in modo convincente e indolore da esordi segnati dal reggae (di cui peraltro rimangono sottopelle più di una reminiscenza anche in quest’ultimo lavoro) alla musica folk della sua terra d’origine, reinterpretata secondo uno stile originale e aperto alle influenze esterne. Anche in Mater è la voce a colpire: trascinante, intensa e vibrante, si pone al centro della scena e non l’abbandona per tutto il disco grazie alla sua presenza magnetica. ROSAPAEDA dispone di uno “strumento” che è in grado di passare dai toni più suadenti e delicati a registri impetuosi e avvolgenti, senza tralasciare tutta la gamma intermedia. Ricchezza di sfumature e versatilità del canto fanno sì che ogni brano acquisti il sapore di un viaggio sonoro differente dal precedente, pur se nell’insieme il nuovo disco appare coeso, coerente e per nulla saltabeccante e indeciso. Dalla filastrocca religiosa di Angelo benedetto al dub di Mai mai pena, dalla spigolosa e anche un po’ funky Gioco con te alle frasi melodiche piene di verace napoletanità di Sto core mio, dalle dilatate e iterate movenze di Mi sogno alle follie ritmiche di una Pizzica trance costruita insieme con tecnologica e sentimento, Mater rappresenta una prova di maturità per un’artista divenuta ormai una delle presenze più importanti della musica world italiana. Accompagna ROSAPAEDA un gruppo di ottimi esecutori tra cui spiccano Eddi Romano alla fisarmonica e Domenico Lopez alla chitarra classica.